Il Cellulare Scomparso - Parte III: Speranze Svanite
Senza perdere altro tempo, la coppia si diresse prima verso
la campana di vetro e poi all’indirizzo segnalato da Google.
Renzo, nei panni improvvisati dell’investigatore, scrutava ovunque: magari qualcuno, non sapendo che farsene, aveva buttato il telefono in un’aiuola o in un cestino.1
Giada, più pragmatica, aveva già provveduto nel frattempo a bloccare la sim card.2
L’indirizzo corrispondeva a un palazzo con otto famiglie. Come avrebbero fatto a capire chi lo aveva trovato? Giada non aveva nessuna voglia di premere quei pulsanti — e, a dire il vero, nemmeno Renzo. Così rientrarono a casa.3
Dopo
pranzo, però, lui non si diede pace. "Un tentativo dobbiamo farlo" —
disse.
"Vai tu, allora" — ribatté lei.
"No, tu sei più brava a parlare con la gente" — insistette lui.
Alla fine, Giada cedette.4
Tornarono al palazzo, e lei, col cuore in gola, citofonò al
primo inquilino. Una signora rispose: niente cellulare. Al secondo non ebbero
il coraggio di premere, intimoriti dal nome straniero. Al terzo e al quarto,
stessa risposta: nessuno aveva visto niente.
Al quinto, finalmente, incontrarono una persona gentile: un
uomo argentino, un po’ sordo, che scese di persona ad ascoltarli. La vicenda lo
appassionò a tal punto che si mise ad aiutarli, chiedendo ad altri due
inquilini se avessero notato qualcosa. Ma nulla. Una signora promise che
avrebbe chiesto alla figlia, se per caso avesse visto qualcosa, ma restava
un’ipotesi remota.
Seguendo i suggerimenti dell’argentino, Giada e Renzo non
suonarono gli altri campanelli: uno apparteneva al signore visto poco prima sul
balcone, un altro a un vicino che quasi non usciva mai, e l’ultimo a un
inquilino in vacanza. Quanto alla coppia straniera, sarebbero rientrati solo
attorno all'ora di cena.
Giada, guardandosi attorno, notò poco distante un’altra
campana del vetro. La fece subito notare a Renzo: che senso avrebbe avuto per
un inquilino andare a buttare il vetro a due chilometri di distanza, quando ce
l’aveva sotto casa?
Un’altra ipotesi era che qualcuno si fosse fermato alle trattorie accanto alla campana dove Renzo aveva perso il telefono. Ma anche lì, niente da fare: a quell’ora erano entrambe chiuse.5
Tornati a casa, Giada dichiarò: "Se vuoi parlare con la
coppia straniera, stavolta ci vai da solo." E lui acconsentì. Ma anche
quell’ultimo tentativo si risolse con un nulla di fatto.
E fu così che Renzo si ritrovò a salutare per sempre il suo
vecchio compagno di avventure. E tutto per colpa di una banale distrazione.

1 Linea 1
L’investigazione della linea 1 ha lo scopo di portare alla luce ciò che è oscuro, ovvero ciò di cui si ignora l’esistenza, oppure. ciò che non è del tutto chiaro. ↩︎
2 Linea 3
Il pragmatismo della linea 3 viene dal suo realism, ovvero dalla capacità di focalizzarsi su ciò che può fare, piuttosto che disperdere le energie in altre direzioni. ↩︎
3 Generatori Puri
Due Generatori Puri (ovvero con il centro della Gola Non Definito) non sono a proprio agio all'idea di "iniziare" qualcosa dal nulla, neppure quando si tratta di iniziare una - in apparenza semplice - conversazione con un estraneo. ↩︎
4 Configurazione di Coppia: 6-3
Nella configurazione di coppia 6-3, la cui rima tradotta dall'inglese è "Meglio essere liberi" ("Better to be free"), i partner tendono a preservare la propria indipendenza pur considerandosi legati l'uno con l'altra. Perché siano una coppia a tutti gli effetti, dunque, occorre qualcosa che li faccia sentire come tale, come ad esempio un compito da fare assieme. ↩︎
5 Canale della Logica 63/4
Per chi ha il Canale della Logica definito nella propria carta, uno più uno deve fare due, ovvero deve esserci un nesso logico in ciò che osserva. Se non lo trova, la situazione è sospetta o resta incomprensibile. ↩︎